E' tutto dovuto
La Sandra era speciale, specialmente strana, stravagante. La ripugnava tutto quello che era la normalità, una regola o del buon senso. Nella vita lei non faceva niente e nessuno capiva come potesse andare avanti. Si manteneva vendendo cose vecchie, forse anche nuove; cuciva orli, portava a spasso cani non suoi e partecipava a tutte le manifestazioni sociali dove, si sa, qualcosa per lei usciva sempre.
La Sandra ricorda molti bei momenti ma ricorda ancor più, i momenti duri, come fanno tutti d'altronde, ed aveva capito, dopo aver toccato con mano, che nella vita, è meglio stare soli che in cattiva compagnia. Aveva capito che le stesse persone che si sono dimenticati di lei, quelle che non hanno nemmeno pensato a farle una visita quando stava male, sono quelle che si aspettano di averla accanto, disponibile e che la giudicano velocemente se così non fa.
La Sandra ha già dato, inconsapevolmente e incondizionatamente al punto che ora niente è più come prima. Il cuore rimane surgelato e distante da chi ha amato, forse qualche sconosciuto potrebbero avere più chances.
La Sandra sa di essere speciale e ti guarda con un sorriso pacifico simile a quello disegnato sulla faccia del clown. La Sandra sa cosa è la solitudine, sa cosa è il dolore, sa riconoscere la smorfia sulla faccia delle persone quando la vedono; la stessa smorfia che si fa quando c’è puzza nell’aria.
Quel giorno però fra la nebbia ha visto un raggio di sole che faticosamente tentava di tagliare la coltre grigiognola:
“Ehi tu? Ragazzo! Non perdere la voglia di infliggere alla nebbia, anche quella più impenetrabile, il colpo di grazia. Credi in te stesso e non spaventarti della solitudine, non dar retta a chi legge tanti libri e di quei libri non gli rimane niente, non dar retta a chi per convenienza tradisce la sincerità con l’ipocrita, non dar retta a chi pensa che gli ignoranti siano sempre gli altri e soprattutto non dar retta a chi oggi è così e domani cosà!”Photo by petr sidorov on Unsplash
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