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All'ignoranza c'è rimedio

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Daniela amava mettersi gli abiti lunghi che la snellivano e le coprivano le gambe. Lei era convinta di avere delle brutte gambe perché nessuno mai le aveva detto il contrario. Lei studiava medicina ma ultimamente frequentava l’ospedale per il tirocinio. Nessuno mai le aveva detto di fare medicina, la decisione era stata soltanto sua. Anche il caschetto nero era tagliato a filo dei suoi lineamenti del viso, proprio per rifugiarsi dietro i ciuffi in caso di necessità. Daniela curava le unghie di mani e piedi e amava usare un lessico ricercato per sembrare meglio di quello che pensava di essere. Quel mattino avrebbe dovuto cambiare le gomme della sua autovettura perché l’inverno era alle porte e non voleva rischiare di trovare l’asfalto ghiacciato senza un buon grado di sicurezza. Il gommista era a pochi passi da casa sua ed era quello che, quando lei le passava davanti alle vetrine, faceva finta di non vederla. Maleducato! Si consolava pensando convintamente che il motivo fosse che le pe...

Cedere alla passione

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Cristiano rimuginava sempre sulle stesse cose, i suoi pensieri facevano da padroni nella sua mente. Ma Cristiano era un uomo troppo ben educato per cacciarli malamente. Con garbo cercava di allontanarli e di liberare la sua mente con pensieri alternativi, quelli che lo rendevano tranquillo. Ricordi felici, le cose belle della vita e i suoi amori. Cristiano assomigliava a una montagna dell’Appennino, alta ma non troppo, impegnativa nel raggiungere la vetta ma nulla di impossibile. Da anni si limitava da solo, si poneva degli obiettivi semplicemente raggiungibili con la sua esperienza, per non dire grazie all’abitudine. Da anni non si poneva più nessun problema irraggiungibile, anzi non si poneva più nessun problema, perché avendo scalato la montagna più alta in due ed essendo tornato solo, non considerava più nessun altro viaggio. Questa condizione oramai era per sempre. E mai ci avrebbe ripensato. Quel giorno Cristiano non aveva intenzione di fare tappe, voleva uscire di fretta dall’uf...

Quella cosa carina

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Bianca amava mettersi il fard sugli zigomi. Rosso fuoco o rosso imperiale dipendeva dalla stagione. Nemmeno la pelle abbronzata la fermava; lei desiderava mettersi il fard e se lo metteva! Aveva anche pensato più volte di comperarsi una parrucca ma era indecisa sulla tinta. Finche un giorno, assieme ad una cara amica, entrano spensierate in un pub. “una birra alla spina bionda, piccola, grazie !” Ordinava esattamente come era il suo carattere: preciso! “niente birre in questo pub” le rispose l’uomo con la “ventrazza” tipica del bevitore di birre. Alex Drastico in confronto aveva gli addominali! Sorpresa Bianca rimase qualche secondo ammutolita e poi per rompere l’imbarazzo ordinò un altro drink “nemmeno quello abbiamo” risposte con convinzione l’uomo. Gelata Bianca rimase qualche altro secondo immobile poi si alzò, si avvicinò all’uomo e gli leccò il baffone come fosse un cono gelato Sorpreso l’uomo “ventrazza” rise di gusto chinandosi minacciosamente su Bianca e mentre Barry White suo...

E' tutto dovuto

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  La Sandra era speciale, specialmente strana, stravagante. La ripugnava tutto quello che era la normalità, una regola o del buon senso. Nella vita lei non faceva niente e nessuno capiva come potesse andare avanti. Si manteneva vendendo cose vecchie, forse anche nuove; cuciva orli, portava a spasso cani non suoi e partecipava a tutte le manifestazioni sociali dove, si sa, qualcosa per lei usciva sempre. La Sandra ricorda molti bei momenti ma ricorda ancor più, i momenti duri, come fanno tutti d'altronde, ed aveva capito, dopo aver toccato con mano, che nella vita, è meglio stare soli che in cattiva compagnia. Aveva capito che le stesse persone che si sono dimenticati di lei, quelle che non hanno nemmeno pensato a farle una visita quando stava male, sono quelle che si aspettano di averla accanto, disponibile e che la giudicano velocemente se così non fa. La Sandra ha già dato, inconsapevolmente e incondizionatamente al punto che ora niente è più come prima. Il cuore rimane surgelato...

Sposarsi troppo tardi

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Nessuno poteva immaginare cosa le passava per la testa perché era talmente imprevedibile che riusciva a stupire anche se stessa. Inaffidabile era l’offesa più detestabile per lei, forse perché era così vera. Lara quella sera non aveva nessuna fretta di uscire dall’ufficio perché voleva dire tornare a casa e trovarsi da sola a fare i conti con la sua vita. Non voleva seriamente un uomo e nessun uomo voleva seriamente lei. Lara era molto attraente e sensuale fin troppo per un uomo qualunque, lei ne meritava uno speciale, pensava convintamente che nessuno era all’altezza. Per questo, fino ad ora era rimasta “single” ma nessun’altra parola la rabbrividiva tanto. Aveva bisogno di un buon alibi, ed innamorarsi di un uomo impossibile le sembrava il pretesto migliore per tenersi lontana da chi avrebbe potuto prospettare un buon matrimonio. Le serviva sempre un uomo sposato per credersi innamorata di lui e vivere una struggente storia di amore impossibile da far credere agli altri ma soprattutt...

Tradizioni Italiane

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Piera lavorava al negozio di alimentari del paesello, quello che, mentre gli passi davanti, ti domandi come farà mai a rimanere aperto!. Piera ci sapeva fare. Le signore al mattino andavano di corsa e Piera preparava il loro pane già pesato nei sacchetti, e quando imbustava la frutta o la verdura la pesava sempre prima di infilarci ancora un pezzo meno fresco. Lei lo faceva con gesti sbrigativi ma evidenti in modo che ogni signora sapesse di aver ricevuto un regalo. Piera aveva pazienza ed aspettava ore da un cliente all'altro ma nessuno usciva scontento dal suo piccolo shop; e soprattutto la signora che, oltre a fare la spesa, voleva sfogarsi un po’, con lei poteva farlo liberamente e sentirsi appieno compresa. Perché? ci si domanda, la fatica di gestire un negozio in paese era tanta e Piera era sola, ma la risposta veniva da se, pensando a Piera in una città, lontano da casa, magari commessa di un supermercato dove il contatto umano è superfluo e la vicinanza delle persone infast...

Può un topo essere felice?

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  Un topo può essere felice? Un topastro di campagna può essere felice e darlo a vedere? Può assomigliare a Topo Gigio, che piace tanto ai bambini, ed avere un musetto disteso, pulito e nemmeno tanto spaventato dalla tua presenza. Dare l’impressione di avere la pancia piena e vantare una pelliccia folta grigio silver metallizzato. Ecco cosa può accadere inaspettatamente e darti la risposta che cerchi: Ebbene si, un topo può essere felice, se abita nei dintorni di casa mia ed è poco o per nulla disturbato E se può essere felice un topo, chiunque può essere felice come lui Photo by Ricky Kharawala on Unsplash